Cassazione penale Sez. V sentenza n. 2527 del 17 gennaio 2008

ECLI:IT:CASS:2008:2527PEN

Massima

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Il giudice di prevenzione, una volta accertata in modo definitivo l'appartenenza del soggetto ad un'associazione mafiosa, può ritenere implicita l'attualità della sua pericolosità sociale, senza necessità di una specifica motivazione, salvo che non emergano elementi che dimostrino il venir meno di tale appartenenza. La valutazione della pericolosità concreta ed attuale del proposto si fonda sull'analisi del suo ruolo e delle condotte partecipative pregresse all'interno del sodalizio criminale, che possono far ritenere ragionevolmente il persistente inserimento dello stesso nella consorteria mafiosa, in assenza di palesi manifestazioni di dissociazione. In tali casi, l'applicazione della misura di prevenzione della sorveglianza speciale, anche con obbligo di soggiorno, per una durata commisurata all'elevato grado di pericolosità del soggetto, risulta legittima e proporzionata alla finalità di tutela della sicurezza pubblica, senza che sia necessaria una specifica motivazione in ordine all'attualità della pericolosità, già implicita nell'accertata permanenza del vincolo associativo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FAZZIOLI Edoardo - Presidente

Dott. COLONNESE Andrea - Consigliere

Dott. AMATO Alfonso - Consigliere

Dott. NAPPI Aniello - Consigliere

Dott. SANDRELLI ((omissis)) - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) PI. FR. , N. IL (OMESSO);

avverso DECRETO del 02/03/2007 CORTE APPELLO di PALERMO;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. COLONNESE ANDREA; lette le conclusioni del P.G. Dott. IZZO Gioacchino, che ha chiesto dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso.

OSSERVA

La Corte d'appello di Palermo con decreto 2.3.2007 confermava il provvedimento del tribunale della stessa citta', in data …

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