La perquisizione domiciliare effettuata in flagranza di reato e in assenza dell'indagato già tratto in arresto non richiede l'avviso all'indagato della facoltà di farsi assistere da un difensore di fiducia ai sensi dell'art. 114 disp. att. c.p.p., in quanto tale obbligo sussiste solo quando l'indagato è presente. Inoltre, l'avviso all'indagato della facoltà di farsi assistere da "persona di fiducia" è da intendersi come riferito all'assistenza difensiva, non potendo dar luogo ad equivoci. La nullità della perquisizione, ove ravvisata, non determina l'inutilizzabilità degli atti di sequestro, in quanto questi ultimi possono essere ritenuti validi ed efficaci qualora risultino regolari. Il principio di diritto affermato dalla Corte di Cassazione mira a contemperare le esigenze di tutela dei diritti dell'indagato con quelle di efficacia dell'attività investigativa, stabilendo che la mancata assistenza difensiva nell'esecuzione di atti di perquisizione non inficia necessariamente la validità degli atti di sequestro, purché questi ultimi siano stati compiuti nel rispetto delle norme di legge.