Cassazione penale Sez. V sentenza n. 35540 del 27 agosto 2013

ECLI:IT:CASS:2013:35540PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che, nell'esercizio delle proprie funzioni, emana provvedimenti amministrativi al fine di procurare ingiusti vantaggi patrimoniali a sé o a terzi, con correlativo danno per l'erario, commette il reato di abuso d'ufficio, anche qualora la violazione di legge si sostanzi nell'inosservanza del principio costituzionale di buon andamento e imparzialità della pubblica amministrazione di cui all'art. 97 Cost. Tale condotta è penalmente rilevante a prescindere dall'effettivo conseguimento dell'ingiusto vantaggio, essendo sufficiente la mera attivazione del procedimento amministrativo finalizzato a tale scopo. Inoltre, il pubblico ufficiale che, nel redigere il provvedimento amministrativo, attesti falsamente circostanze oggettivamente non vere, al fine di giustificare l'adozione del provvedimento stesso, commette il reato di falso ideologico in atto pubblico, essendo irrilevante che il testo del provvedimento non sia stato materialmente redatto dal pubblico ufficiale, qualora egli ne abbia comunque determinato il contenuto e sia consapevole della non corrispondenza al vero delle attestazioni in esso contenute. Tali principi trovano applicazione anche nel caso in cui il pubblico ufficiale, nella sua qualità di sindaco, abbia adottato determinazioni amministrative finalizzate a disporre lo sgravio di sanzioni amministrative elevate nei confronti di soggetti a lui legati da vincoli personali o di appartenenza politica, senza effettuare alcuna verifica istruttoria sulla fondatezza delle richieste di sgravio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MARASCA Gennaro - Presidente

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza del 19/03/2012 della Corte d'appello di Palermo R.G. n. 1516/2011;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione svolta dal Consigliere Dott. Giuseppe De Marzo;

udito il Procuratore Generale, in persona del Dott. Salzano Francesco, che ha concluso per l'annullamento senza rinvio della sentenza impugnata per essere i reati estinti per intervenuta prescrizione;

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