Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 39228 del 23 settembre 2013

ECLI:IT:CASS:2013:39228PEN

Massima

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Il reato di minaccia a pubblico ufficiale di cui all'art. 337 c.p. si configura quando la condotta del soggetto agente, caratterizzata da determinatezza e idoneità causale, sia specificamente diretta a ostacolare o impedire l'esercizio delle funzioni o il compimento di un atto d'ufficio da parte del pubblico ufficiale, indipendentemente dalla sussistenza di un effettivo impedimento o ostacolo all'attività del pubblico ufficiale. La minaccia, per integrare il reato, deve essere reale e concreta, tale da ingenerare nel pubblico ufficiale un ragionevole timore di subire un danno ingiusto, senza che assumano rilievo le variabili soggettive addotte dal soggetto agente, come la mancanza di intenzionalità di ostacolare l'attività del pubblico ufficiale. L'esimente della condotta arbitraria del pubblico ufficiale, prevista dall'art. 51 c.p., può essere invocata solo ove risulti provata l'anteriorità cronologica della condotta arbitraria rispetto alla minaccia, in modo da fungere da valida giustificazione causale della stessa, senza che sia sufficiente una mera rappresentazione soggettiva di arbitrarietà da parte del soggetto agente. La valutazione della congruità della pena comminata, in considerazione della qualifica di delinquente abituale del reo, rientra nell'ambito del giudizio di merito, insindacabile in sede di legittimità in assenza di una specifica e adeguata motivazione che evidenzi l'erroneità di tale valutazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SERPICO Frances - Presidente

Dott. PETRUZZELLIS Anna - Consigliere

Dott. DI STEFANO Pierlui - Consigliere

Dott. DE AMICIS Gaetano - Consigliere

Dott. PATERNO' RADDUSA B. - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 3215/2009 CORTE APPELLO di MILANO, del 12/10/2012;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 30/05/2013 la relazione fatta dal Consigliere Dott. BENEDETTO PATERNO' RADDUSA;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. VIOLA Alfredo Pompeo che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. (OMISSIS) e' stato con…

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