Cassazione penale Sez. V sentenza n. 12668 del 25 marzo 2015

ECLI:IT:CASS:2015:12668PEN

Massima

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Il giudice di merito gode di ampia discrezionalità nel valutare il trattamento sanzionatorio, inclusa la concessione, il giudizio di comparazione o il diniego delle attenuanti generiche, essendo sufficiente l'indicazione degli elementi ritenuti decisivi e rilevanti, senza necessità di un'analitica valutazione di tutti gli elementi favorevoli o sfavorevoli indicati dalle parti o desunti dalle risultanze processuali. Tale discrezionalità si estende anche alla valutazione della capacità a delinquere dell'imputato, desumibile dai suoi precedenti penali, e della gravità della condotta, ai sensi dell'art. 133 c.p. Pertanto, la motivazione della sentenza che faccia riferimento a tali elementi, senza un'analitica disamina di tutti i fattori, non è censurabile in sede di legittimità, salvo che non risulti manifestamente illogica o irragionevole. Inoltre, l'esclusione di un'aggravante già operata in sede di merito non può essere oggetto di censura in sede di legittimità, in quanto la relativa valutazione rientra nella discrezionalità del giudice di appello.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LOMBARDI Alfredo M. - Presidente

Dott. BEVERE Antonio - rel. Consigliere

Dott. LAPALORCIA Grazia - Consigliere

Dott. SABEONE Gerardo - Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 12411/2007 CORTE APPELLO di TORINO, del 24/04/2013;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 13/10/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANTONIO BEVERE;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ((omissis)), che ha concluso per l'inammissibilita'.

FATTO E DIRITTO

La corte di appello di Torino, in parziale riforma della sentenza assolutori…

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