Cassazione penale Sez. II sentenza n. 23752 del 4 giugno 2015

ECLI:IT:CASS:2015:23752PEN

Massima

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Il tentativo di estorsione si configura quando l'agente, con la minaccia, pretende dall'offeso un ingiusto profitto, anche se non consistente in denaro, come l'acquisto di un bene, non potendosi tale pretesa qualificare come esercizio arbitrario delle proprie ragioni o violenza privata. Ai fini della configurabilità del delitto di tentata estorsione, è sufficiente la mera pretesa di un ingiusto profitto, a prescindere dalla sua effettiva realizzazione, essendo irrilevante che la richiesta non sia stata soddisfatta dalla persona offesa. La valutazione della prova e l'accertamento della responsabilità penale rientrano nella competenza esclusiva dei giudici di merito, la cui motivazione è sindacabile in sede di legittimità solo in caso di manifesta illogicità o irragionevolezza, non ravvisabili quando la decisione risulti adeguatamente argomentata sulla base degli elementi di prova acquisiti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GENTILE Mario - Presidente

Dott. GALLO Domenico - Consigliere

Dott. MANNA Antonio - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

Dott. LOMBARDO Luigi - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 1206/2014 CORTE APPELLO di PALERMO, del 09/07/2014;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 08/05/2015 la relazione fatta dal Consigliere Dott. LUIGI GIOVANNI LOMBARDO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. CEDRANGOLO Oscar che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

udito il difensore avv. (OMISSIS) che ha concluso per l'accoglimento del ricorso.

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