Il potere di annullamento dell'autorizzazione paesaggistica da parte della Soprintendenza, ai sensi degli articoli 146 e 159 del d.lgs. 42/2004, si esplica entro i limiti del controllo di legittimità, senza che l'Organo statale possa sostituire il proprio apprezzamento discrezionale a quello dell'amministrazione competente al rilascio dell'autorizzazione. Pertanto, il provvedimento di annullamento deve essere adeguatamente motivato in relazione ai vizi di eccesso di potere, difetto di istruttoria o carenza di motivazione riscontrati nell'atto autorizzativo comunale, senza poter effettuare una nuova valutazione di merito sulla compatibilità paesaggistica dell'intervento. L'obbligo di comunicazione del preavviso di rigetto di cui all'art. 10-bis della l. 241/1990 non trova applicazione nel sub-procedimento di annullamento dell'autorizzazione paesaggistica, in quanto tale fase costituisce un riesame di secondo grado, caratterizzato da una tempistica ristretta e perentoria, incompatibile con la partecipazione procedimentale prevista dalla citata disposizione. Inoltre, l'omesso esame di uno specifico motivo di ricorso non determina l'illegittimità della sentenza impugnata, qualora il provvedimento amministrativo risulti comunque fondato su altri profili di illegittimità, idonei a supportare autonomamente la determinazione negativa.