Cassazione penale Sez. I sentenza n. 37577 del 2 agosto 2018

ECLI:IT:CASS:2018:37577PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così formulato: Le impronte digitali dell'indagato rinvenute sui sacchetti contenenti il corpo della vittima, i ripetuti contatti telefonici tra l'indagato e un soggetto coinvolto nel crimine, nonché la compatibilità delle celle telefoniche agganciate dai loro cellulari con il luogo e la via di fuga del delitto, costituiscono un quadro indiziario grave e preciso a carico dell'indagato, idoneo a giustificare l'applicazione della misura cautelare della custodia in carcere, in presenza della presunzione relativa di sussistenza delle esigenze cautelari prevista per il reato di omicidio volontario. Il giudice, in tali casi, non ha l'onere di dimostrare in positivo la pericolosità dell'indagato, essendo sufficiente che dia atto dell'inidoneità degli elementi eventualmente evidenziati dalla difesa a superare la predetta presunzione, la quale comprende anche i requisiti di attualità e concretezza dell'esigenza cautelare.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CASA Filippo - Presidente

Dott. FIORDALISI Domenico - Consigliere

Dott. SANTALUCIA Giuseppe - Consigliere

Dott. ESPOSITO Aldo - Consigliere

Dott. CENTOFANTI Frances - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 21/07/2017 del TRIBUNALE di CATANIA;
sentita la relazione svolta dal Consigliere FRANCESCO CENTOFANTI;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. DE MASELLIS Mariella, che ha concluso chiedendo rigettarsi il ricorso;
udito l'avvocato (OMISSIS), in difesa dell'indagato, che ha concluso chiedendo l'accoglimento del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Il Tribunale di Catania, investit…

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