Cassazione penale Sez. II sentenza n. 40706 del 22 ottobre 2009

ECLI:IT:CASS:2009:40706PEN

Massima

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Il reato di frode informatica di cui all'art. 640-ter c.p. si configura quando l'agente, pur avendo titolo all'accesso al sistema informatico, interviene senza diritto e con qualsiasi modalità sui dati, informazioni o programmi contenuti in tale sistema, al fine di procurare a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno patrimoniale. Ciò si verifica anche nel caso in cui il soggetto agente, abusando della propria qualità di operatore del sistema informatico, alteri senza alcuna ragione riconducibile alle sue funzioni i dati relativi agli importi delle retribuzioni dei dipendenti e delle fatture dei clienti, conseguendo così un ingiusto profitto. L'elemento soggettivo del reato è integrato dalla coscienza e volontà di compiere l'alterazione dei dati informatici, a prescindere dalla specifica finalità di trarre profitto o di arrecare danno. La condotta fraudolenta che integra il reato di frode informatica non richiede necessariamente l'induzione in errore della persona offesa, essendo sufficiente l'alterazione del sistema informatico, a prescindere dalla consapevolezza della vittima. Inoltre, il reato di frode informatica si consuma nel momento in cui l'agente consegue l'ingiusto profitto, a prescindere dall'effettivo danno patrimoniale subito dalla persona offesa. Infine, il giudice di merito gode di ampia discrezionalità nella valutazione delle circostanze attenuanti e aggravanti, senza che la Corte di Cassazione possa sindacare tale valutazione se non in presenza di vizi logici o di manifesta illogicità della motivazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PAGANO Filiberto - Presidente

Dott. GENTILE Domenico - Consigliere

Dott. CASUCCI Giuliano - rel. Consigliere

Dott. DAVIGO Piercamillo - Consigliere

Dott. CHINDEMI Domenico - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) PI. PA. N. IL (OMESSO);

2) ME. PA. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 110/2006 CORTE APPELLO di VENEZIA, depositata il 08/03/2007;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 30/09/2009 la relazione fatta dal Consigliere Dott. GIULIANO CASUCCI;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. GUGLIELMO PASSACANTANDO che ha concluso per il rigetto del ricorso;

Udito …

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