Cassazione civile Sez. I sentenza n. 1614 del 28 gennaio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:1614CIV

Massima

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Il principio di buona fede e di parità di trattamento costituiscono limiti inderogabili all'esercizio del potere disciplinare da parte delle associazioni private nei confronti dei propri soci. L'esclusione di un socio per violazione dello statuto associativo deve avvenire nel rispetto di tali principi, garantendo al socio la possibilità di difendersi e di scegliere a quale gruppo aderire, senza disparità di trattamento rispetto agli altri associati. L'automatica decadenza del socio per il solo fatto della doppia iscrizione, senza previo contraddittorio e senza consentirgli di optare per la permanenza in un solo gruppo, integra un eccesso di potere e una violazione dei diritti del socio, rendendo illegittimo il provvedimento di esclusione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA CIVILE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI PALMA Salvatore - Presidente

Dott. GIANCOLA Maria Cristina - Consigliere

Dott. DI VIRGILIO Rosa Maria - Consigliere

Dott. BISOGNI Giacinto - rel. Consigliere

Dott. LAMORGESE Antonio Pietro - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
Gruppo Cinofilo Milanese Carlo Speroni, in persona del Presidente (OMISSIS), elettivamente domiciliato in (OMISSIS), presso lo studio dell'avv. (OMISSIS) (che indica la p.e.c. (OMISSIS)), dal quale e' rappresentato e difeso con l'avv. (OMISSIS) (p.e.c. (OMISSIS)), per delega in calce al ricorso;
- ricorrente -
nei confronti di:
(OMISSIS);
- intimato -
avverso la sentenza n. 2184/2011 della Corte d'appello di Milano emessa in data 28 giugno 2011 e …

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