Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 26566 del 2 luglio 2008

ECLI:IT:CASS:2008:26566PEN

Massima

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Il reato di simulazione di reato (art. 367 c.p.) è integrato dalla falsa denuncia di un fatto costituente reato, che determini la possibilità di un'attività degli organi inquirenti diretta al suo accertamento, a prescindere dall'effettivo inganno dell'autorità o dall'avvio di un procedimento penale. L'elemento soggettivo del reato è integrato dal dolo generico, rappresentato dalla coscienza e volontà di denunciare falsamente l'avvenuta consumazione di un reato, essendo irrilevante la finalità perseguita dall'agente con la falsa denuncia. Pertanto, la sussistenza del reato di simulazione di reato può essere esclusa solo quando la non verosimiglianza del fatto denunciato appaia prima facie ed escluda, quindi, anche la mera possibilità dell'inizio di un procedimento penale. Inoltre, l'individuazione della finalità perseguita dall'imputato con la falsa denuncia non assume concreta incidenza sulla configurazione del reato, essendo sufficiente l'accertamento della consapevolezza, da parte del prevenuto, di denunciare una falsa notizia di reato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Magistrati:

Dott. DE ROBERTO Giovanni - Presidente

Dott. DI VIRGINIO Adolfo - Consigliere

Dott. MANNINO ((omissis)) - Consigliere

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. MATERA Lina - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) LA. TO. GI., N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 10/12/2007 CORTE APPELLO di BARI;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. MATERA LINA;

Sentito il P.G., in persona del Dott. DI CASOLA Carlo, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

FATTO

Con la sentenza indicata in epigrafe la Corte di Appello …

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