Cassazione penale Sez. II sentenza n. 27541 del 25 giugno 2014

ECLI:IT:CASS:2014:27541PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La condotta di minaccia finalizzata all'ingiusto profitto con altrui danno, prevista dall'art. 629 c.p. (estorsione), richiede che la minaccia sia percepita come tale dalla persona offesa e che vi sia l'ulteriore requisito dell'ingiusto profitto, non essendo sufficiente la mera richiesta di restituzione di un proprio credito. Inoltre, l'aggravante di cui all'art. 7 del d.l. n. 152/1991 (metodo mafioso) non può ritenersi integrata dalla sola formulazione di una minaccia, essendo necessario che questa sia concretamente collegata alla forza intimidatrice del vincolo associativo. In assenza di tali elementi, il fatto può al più integrare il reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PETTI Ciro - Presidente

Dott. CASUCCI Giuliano - Consigliere

Dott. TADDEI Margherita B. - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - rel. Consigliere

Dott. VERGA Giovanna - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) nato il (OMISSIS);

avverso la sentenza del 23/01/2013;

Visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita la relazione fatta dal Consigliere dott. Geppino Rago;

udito il Procuratore Generale in persona del dott. ((omissis)) che ha concluso per l'annullamento senza rinvio per morte dell'imputato.

FATTO E DIRITTO

1. Con sentenza in data 21/01/2013, la Corte di Appello di Messina confermava la sentenza pronunciata in data 06/12/2007 dal t…

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