Cassazione penale Sez. V sentenza n. 33263 del 28 luglio 2015

ECLI:IT:CASS:2015:33263PEN

Massima

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La minaccia grave, quale reato di pericolo, non richiede la reale lesione del bene tutelato, essendo sufficiente che il male prospettato possa incutere timore nel destinatario, menomandone potenzialmente la sfera di libertà morale secondo un criterio di medianità che riecheggia le reazioni della donna e dell'uomo comune. Pertanto, la prospettazione verbale di un doloroso e deformante male fisico, esteso anche ai figli della vittima, è idonea a integrare il reato di minaccia grave, anche in assenza di un concreto passaggio dalle parole ai fatti, in quanto tale condotta è in grado di turbare in modo particolare l'equilibrio psicologico del soggetto passivo, compromettendone la libertà morale. La valutazione della gravità della minaccia non dipende dall'entità del male prospettato, ma dalla sua idoneità a cagionare nel destinatario un turbamento psichico di particolare intensità, in relazione alle circostanze del caso concreto e alle reazioni normalmente prevedibili in una persona di media sensibilità. Inoltre, la testimonianza della persona offesa, al pari di ogni altra testimonianza, deve essere sottoposta al controllo sulla credibilità del dichiarante, desunta dalla linearità logica della sua esposizione e dall'assenza di risultanze processuali incompatibili, senza che sia necessaria la presenza di ulteriori riscontri. Pertanto, qualora tali requisiti siano soddisfatti, le valutazioni dei giudici di merito sulla responsabilità dell'imputato non sono censurabili in sede di legittimità, in quanto espressione di un accertamento giudiziale coerente e ancorato agli elementi probatori acquisiti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LOMBARDI Alfredo Maria - Presidente

Dott. BEVERE Antonio - rel. Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

Dott. LIGNOLA Ferdinando - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 7556/2013 CORTE APPELLO di MILANO, del 20/05/2014;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 10/03/2015 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANTONIO BEVERE;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Mario Pinelli, che ha concluso per l'inammissibilita'.

FATTO E DIRITTO

Con sentenza 20.5.2014, la corte di appello di Milano ha confermato la sent…

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