La rinuncia all'impugnazione è una dichiarazione abdicativa, irrevocabile e recettizia, che si esprime in un atto processuale a carattere formale, cui la legge ricollega l'effetto dell'inammissibilità dell'impugnazione stessa. Tale negozio formale non ammette equipollenti e deve essere formulato nelle forme e nei termini stabiliti dalla legge, al fine di garantire la provenienza dal soggetto legittimato e la ricezione dell'atto da parte degli organi competenti. Pertanto, la rinuncia al ricorso per cassazione, effettuata personalmente dall'imputato e depositata dal suo difensore, determina l'inammissibilità dell'impugnazione ai sensi degli articoli 589 e 591, comma 1, lettera d), del codice di procedura penale. In tali casi, l'imputato che ha proposto il ricorso deve essere condannato al pagamento delle spese del procedimento e, sussistendo profili di colpa nella determinazione della causa di inammissibilità, anche al pagamento di una somma a favore della cassa delle ammende, in applicazione dell'articolo 616 del codice di procedura penale e del principio affermato dalla Corte Costituzionale nella sentenza n. 186 del 2000.