Cassazione penale Sez. V sentenza n. 16955 del 4 giugno 2020

ECLI:IT:CASS:2020:16955PEN

Massima

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Il diritto di critica giudiziaria, costituzionalmente garantito, consente l'utilizzo di espressioni anche aspre e sarcastiche, purché non trasmodi in un attacco gratuito e lesivo della reputazione e dell'onorabilità del soggetto criticato. L'esercizio di tale diritto è legittimo quando le affermazioni, ancorché offensive, siano strumentali alla formulazione di un giudizio critico di contenuto più ampio, di attuale e pubblico interesse, idoneo a contribuire alla formazione della pubblica opinione. Il limite della continenza è superato solo in presenza di espressioni inutilmente umilianti e gratuitamente aggressive, che espongano il destinatario al disprezzo pubblico. Pertanto, la valutazione complessiva del contesto in cui le affermazioni sono inserite, della loro finalità critica e della loro proporzionalità rispetto all'interesse pubblico sotteso, è essenziale per verificare la sussistenza della scriminante del diritto di critica, che deve essere riconosciuta nel più ampio modo possibile a tutela del controllo democratico sull'esercizio di rilevanti attività istituzionali.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MORELLI Francesca - Presidente

Dott. CATENA Rossella - Consigliere

Dott. MICCOLI Grazia - rel. Consigliere

Dott. SCARLINI Enrico V. S. - Consigliere

Dott. BRANCACCIO Matilde - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 14/05/2018 della CORTE APPELLO di L'AQUILA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere MICCOLI GRAZIA;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore LIGNOLA FERDINANDO, che ha concluso chiedendo il rigetto della istanza di rinvio e per il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza del 14 maggio 2018, la Corte di appello di L'Aquila …

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