Cassazione penale Sez. V sentenza n. 23905 del 29 maggio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:23905PEN

Massima

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Il reato di minaccia è configurabile anche in assenza di effettivi effetti intimidatori sulla vittima, essendo sufficiente la mera idoneità della condotta a suscitare timore nell'animo della persona offesa. La gravità della minaccia deve essere valutata in relazione all'entità del danno prospettato e ai precedenti dell'imputato, senza che assumano rilievo le concrete possibilità di realizzazione della stessa da parte del soggetto agente. La precedente irrogazione di una sanzione disciplinare per il medesimo fatto non preclude l'applicazione di una successiva sanzione penale, attesa la diversità di finalità e natura delle due procedure. Il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche, ove non siano dedotti elementi concreti idonei a giustificarle, non integra un vizio motivazionale censurabile in sede di legittimità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PALLA Stefano - Presidente

Dott. ZAZA Carlo - rel. Consigliere

Dott. ROMANO Michele - Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - Consigliere

Dott. MOROSINI ((omissis)) - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. ZAZA Carlo;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. LIGNOLA Ferdinando, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. (OMISSIS) ricorre avverso la sentenza del 18 aprile 2018 con la quale la Corte di appello di Lecce, confermando la sentenza del Tribunale di Lecce del 9 gennaio 2015, riten…

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