Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Nelle procedure di gara ad evidenza pubblica, le clausole di esclusione devono essere interpretate in modo rigoroso e strettamente letterale, senza possibilità di estensione analogica. Pertanto, la stazione appaltante non può prevedere l'esclusione automatica di un'offerta per l'intera voce/lotto in caso di difformità anche di una sola sub-voce, in assenza di una espressa previsione in tal senso nella lex specialis. Inoltre, la stazione appaltante deve ammettere le offerte di prodotti non conformi alle specifiche tecniche indicate, purché il concorrente dimostri che il prodotto offerto garantisce prestazioni equivalenti a quelle richieste, in applicazione del principio di equivalenza di cui all'art. 68 del d.lgs. n. 163/2006. La valutazione di tale equivalenza rientra nel potere discrezionale della stazione appaltante, sindacabile solo in caso di manifesta illogicità o irrazionalità. Infine, la scelta dei criteri di attribuzione del punteggio qualità, nonché la loro concreta applicazione, sono espressione di discrezionalità tecnica della commissione giudicatrice, censurabile solo in caso di palese irragionevolezza o illogicità.