Cassazione penale Sez. II sentenza n. 4437 del 3 febbraio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:4437PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La retrodatazione del termine di custodia cautelare, ai sensi dell'art. 297, comma 3, c.p.p., presuppone che il fatto oggetto della seconda ordinanza cautelare sia desumibile dagli atti del primo procedimento, al momento dell'emissione della prima ordinanza, attraverso il deposito dell'informativa finale della polizia giudiziaria contenente il compendio investigativo completo, ovvero di note di P.G. rispetto alle quali la successiva informativa finale non presenti elementi di novità. L'onere di provare tale presupposto applicativo grava sulla parte che invoca la retrodatazione, la quale deve fornire specifici riferimenti al materiale investigativo a supporto della connessione qualificata tra i fatti, senza poter fare affidamento su meri collegamenti astratti tra le imputazioni. In assenza di tale prova, il giudice di merito legittimamente rigetta l'istanza di declaratoria di perdita di efficacia della misura cautelare per decorrenza dei termini.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GENTILE Mario - Presidente

Dott. IMPERIALI Luciano - Consigliere

Dott. AGOSTINACCHIO Luigi - rel. Consigliere

Dott. PARDO Ignazio - Consigliere

Dott. AIELLI Lucia - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza in data 01/10/2015 del Tribunale di Caltanissetta in funzione di giudice del riesame;
visti gli atti, il decreto e il ricorso;
udito il la relazione svolta dal consigliere dr. AGOSTINACCHIO Luigi;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale dott. FRATICELLI Mario che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
Con ordinanza dell'01/10/2015 il Tribunale di Caltanissetta in funzione di…

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