Cassazione penale Sez. V sentenza n. 31476 del 2 agosto 2007

ECLI:IT:CASS:2007:31476PEN

Massima

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Le minacce verbali e scritte, anche se riferite a un contesto di separazione coniugale, integrano il reato di minaccia qualora siano idonee a incutere un fondato timore nella persona offesa, indipendentemente dalla concreta realizzazione delle conseguenze prospettate, essendo sufficiente la mera intimidazione. Il giudice di merito, nel valutare la portata intimidatoria delle espressioni utilizzate, deve tenere conto del contesto conflittuale in cui sono state pronunciate e degli effetti concretamente prodotti sulla vittima, come l'abbandono del domicilio coniugale e l'instaurazione di un giudizio di separazione. Tali valutazioni di fatto, sorrette da una motivazione immune da vizi logici, non sono censurabili in sede di legittimità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CALABRESE ((omissis)) - Presidente

Dott. ROTELLA Mario - Consigliere

Dott. MARASCA Gennaro - Consigliere

Dott. OLDI Paolo - Consigliere

Dott. SCALERA Vito - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) DE. BE. GI. N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 13/12/2005 TRIB. SEZ. DIST. di MOLFETTA;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. MARASCA GENNARO;

Udito il Pubblico Ministero in persona del Dott. ((omissis)), che ha concluso per la inammissibilita' del ricorso;

Udito il difensore della parte civile avvocato ((omissis)) in s…

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