Cassazione penale Sez. I sentenza n. 25145 del 16 giugno 2016

ECLI:IT:CASS:2016:25145PEN

Massima

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Il dolo di tentato omicidio può essere desunto da un procedimento inferenziale basato su elementi esterni e certi, quali la micidialità dell'arma utilizzata, la breve distanza tra l'agente e la vittima, la direzione del colpo verso la parte superiore del corpo della persona offesa, in assenza di elementi che lascino ragionevolmente supporre un diverso andamento dei fatti secondo le regole di esperienza comune. Il giudice di merito gode di ampia discrezionalità nella valutazione di tali indici sintomatici, senza essere vincolato a prendere in considerazione tutti gli elementi favorevoli o sfavorevoli dedotti dalle parti, essendo sufficiente il riferimento a quelli ritenuti decisivi o comunque rilevanti. Il diniego delle attenuanti generiche può essere motivato facendo riferimento alla gravità del fatto, nell'ambito di una valutazione complessiva dei criteri di cui all'art. 133 c.p., senza che ciò comporti una violazione del principio del "ne bis in idem" qualora lo stesso elemento sia utilizzato più volte sotto differenti profili.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BONITO F. Maria S. - Presidente

Dott. LA POSTA Lucia - Consigliere

Dott. CASA Filippo - rel. Consigliere

Dott. TALERICO Palma - Consigliere

Dott. CAIRO Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 3044/2014 CORTE APPELLO di NAPOLI, del 14/07/2014;
visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 09/02/2016 la relazione fatta dal Consigliere Dott. FILIPPO CASA;
Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ((omissis)) che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;
udito il difensore avv. (OMISSIS) (in sost. di (OMISSIS)) che ha concluso per l'accoglimento del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. (…

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