Cassazione penale Sez. III sentenza n. 9692 del 28 febbraio 2017

ECLI:IT:CASS:2017:9692PEN

Massima

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La qualità di pubblico ufficiale o di incaricato di pubblico servizio costituisce circostanza aggravante ai sensi dell'art. 61 n. 9 c.p. solo quando la commissione del reato sia stata agevolata o facilitata dall'esercizio dei poteri o dalla violazione dei doveri inerenti a tale qualifica. Non è sufficiente la mera sussistenza della qualifica soggettiva, essendo necessario un nesso di causalità tra la qualifica e le modalità di realizzazione del fatto. La circostanza aggravante in questione, infatti, attiene alle modalità oggettive di realizzazione del reato e non alla sola qualità personale dell'agente. Pertanto, il giudice è tenuto a motivare in modo specifico e concreto in che modo la qualifica soggettiva dell'imputato abbia agevolato o facilitato la commissione del reato, non essendo sufficiente un'affermazione assertiva e generica della sussistenza dell'aggravante. Solo in presenza di tale motivazione, la circostanza aggravante di cui all'art. 61 n. 9 c.p. può ritenersi integrata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ROSI Elisabetta - Presidente

Dott. ROCCHI Giacomo - Consigliere

Dott. DI STASI Antonella - rel. Consigliere

Dott. GAI Emanuela - Consigliere

Dott. MENGONI Enrico - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 28/11/2013 della Corte di appello di Bari;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Dott.ssa ((omissis));
udito il Pubblico Ministero, in persona dei Sostituto Procuratore generale dott. ((omissis)) che ha concluso chiedendo la declaratoria di inammissibilita' del ricorso;
udito per l'imputato l'avv. (OMISSIS), che ha …

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