Cassazione penale Sez. II sentenza n. 51926 del 23 dicembre 2019

ECLI:IT:CASS:2019:51926PEN

Massima

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Il danneggiamento aggravato, ai sensi dell'art. 635 c.p., comma 2, non rientra nella competenza del giudice di pace e, pertanto, non può essere sanzionato con le pene previste dal D.Lgs. n. 274 del 2000, art. 52, anche qualora siano state riconosciute circostanze attenuanti che neutralizzino l'aggravante contestata. La scelta della pena detentiva, in alternativa a quella pecuniaria, è adeguatamente motivata dalla gravità del fatto, desunta dalla reiterazione delle azioni di danneggiamento, e risulta insindacabile in sede di legittimità, non essendo consentita la rivalutazione del materiale probatorio. L'inammissibilità del ricorso comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria in favore della Cassa delle Ammende, in ragione dell'evidente colpa nell'aver determinato la causa di inammissibilità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CAMMINO Matilde - Presidente

Dott. DI PAOLA S. - Consigliere

Dott. AGOSTINACCHIO Lucia - Consigliere

Dott. PACILLI G. A. - rel. Consigliere

Dott. SGADARI Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 661/2018, emessa dalla Corte d'appello di Lecce il 13.4.2018;
Visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
Udita nella pubblica udienza del 7 novembre 2019 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ((omissis));
Udito il Sostituto Procuratore Generale in persona di Dott. VIOLA ((omissis)), che ha concluso chiedendo di dichiarare l'inammissibilita' del ricorso;
Udito l'avv. (OMISSIS), in sostituzione dell'avv. (OMISSIS), di…

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