Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 8325 del 2 marzo 2021

ECLI:IT:CASS:2021:8325PEN

Massima

Generata da Simpliciter
Il pubblico ufficiale che, abusando della propria posizione di responsabilità e gestione contabile, si appropria indebitamente di somme di denaro mediante l'emissione di mandati di pagamento falsi o l'alterazione di documenti fiscali, commette il reato di peculato. Tale condotta è punibile anche quando il pubblico ufficiale, pur essendo a conoscenza delle irregolarità, non si attiva per impedirle o rilevarle, in quanto la sua posizione apicale all'interno dell'ufficio contabile lo rende responsabile di ogni attività illecita posta in essere sotto il suo controllo. La responsabilità penale del pubblico ufficiale non viene meno per il solo fatto che altri dipendenti subordinati avrebbero potuto materialmente compiere le falsificazioni, in quanto egli è comunque tenuto a vigilare sull'operato del personale alle sue dipendenze e a verificare la regolarità delle operazioni contabili di cui ha la gestione. Pertanto, la condanna del pubblico ufficiale per il reato di peculato è legittima quando la sentenza motiva in modo esaustivo e logico sulla base degli elementi probatori acquisiti, senza incorrere in vizi logici o travisamenti della prova, anche in assenza di una perizia grafica che accerti in modo certo la paternità delle falsificazioni, essendo sufficiente la valutazione complessiva degli indizi gravi, precisi e concordanti. La determinazione della pena, nel rispetto dei limiti edittali, rientra nel potere discrezionale del giudice di merito, il quale deve motivare in modo congruo sulla base dei criteri di cui all'art. 133 c.p.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BRICCHETTI Renato G. - Presidente

Dott. CAPOZZI Angelo - Consigliere

Dott. APRILE Ercole - rel. Consigliere

Dott. BASSI Alessandra - Consigliere

Dott. VIGNA Maria Sabina - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nata a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 31/10/2019 della Corte di appello di Torino;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Ercole Aprile;
letta la requisitoria del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. ANGELILLIS Ciro, che ha concluso chiedendo l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con la sentenza sopra indicata la Corte di appello di Torino riformava pa…

Questo contenuto è riservato agli utenti registrati
Sentenze simili
Ricerca rapida tra milioni di sentenze
Trova facilmente ciò che stai cercando in pochi istanti. La nostra vasta banca dati è costantemente aggiornata e ti consente di effettuare ricerche veloci e precise.
Trova il riferimento esatto della sentenza
Addio a filtri di ricerca complicati e interfacce difficili da navigare. Utilizza una singola barra di ricerca per trovare precisamente ciò che ti serve all'interno delle sentenze.
Prova il potente motore semantico
La ricerca semantica tiene conto del significato implicito delle parole, del contesto e delle relazioni tra i concetti per fornire risultati più accurati e pertinenti.

Un nuovo modo di esercitare la professione

Offriamo agli avvocati gli strumenti più efficienti e a costi contenuti.