Cassazione penale Sez. V sentenza n. 16152 del 27 aprile 2022

ECLI:IT:CASS:2022:16152PEN

Massima

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Il reato di diffamazione commesso attraverso la pubblicazione di contenuti denigratori su un profilo social network personale si considera consumato al momento della pubblicazione, in quanto il messaggio diffamatorio è destinato a essere normalmente visitato in tempi ravvicinati da un numero indeterminato di soggetti. Tuttavia, il giudice, nel determinare la pena complessiva in caso di continuazione tra più reati, deve motivare in modo distinto l'aumento di pena per ciascuno dei reati satellite, non essendo sufficiente l'individuazione del reato più grave e la determinazione della pena base per tale reato. Inoltre, la prescrizione dei reati si verifica, al più tardi, decorso il termine di sette anni e sei mesi dal fatto più recente, tenuto conto del periodo di sospensione previsto dalla normativa emergenziale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CATENA Rossella - Presidente

Dott. MICCOLI Grazia Rosa Ann - Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

Dott. ROMANO Michele - Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 03/07/2020 della CORTE APPELLO di LECCE;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. ANGELO CAPUTO
Udito in pubblica udienza il Sostituto Procuratore generale della Repubblica presso questa Corte di Cassazione Dott. LIGNOLA Ferdinando, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza deliberata il 26/09/2016, il Tribunale di …

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