Il produttore di un alimento finale destinato al consumo umano, in quanto operatore professionale, ha l'obbligo di adottare il principio di precauzione e di effettuare controlli a campione sulla materia prima acquistata, al fine di verificare che essa non contenga additivi vietati e pericolosi, prima di utilizzarla nella preparazione del prodotto finale. Tale onere di diligenza, previsto dall'articolo 1227, comma 2, del codice civile, non può essere eluso facendo esclusivo affidamento sull'osservanza dell'obbligo del fornitore di fornire un prodotto non adulterato, a meno che il produttore non abbia ricevuto una precisa e circostanziata garanzia circa l'assenza di tali sostanze nella materia prima. Pertanto, il produttore non può trasferire integralmente sul fornitore il danno derivante dalla commercializzazione di un prodotto finale contenente sostanze vietate, senza previamente valutare l'incidenza di tale onere di diligenza sull'entità del danno risarcibile. Il mancato adempimento di tale obbligo di controllo, infatti, può comportare una riduzione del risarcimento a carico del produttore, nella misura in cui il danno avrebbe potuto essere evitato o limitato attraverso l'adozione di tali cautele.