Il Consiglio di Stato, in sede giurisdizionale, ha stabilito che la realizzazione di una tettoia di copertura di un terrazzo, aperta su tre lati e senza incremento volumetrico, non costituisce un intervento di nuova costruzione, ampliamento o pertinenza soggetto al previo rilascio del permesso di costruire, ma rientra nella categoria del "risanamento conservativo", non richiedendo pertanto alcun titolo abilitativo edilizio. Nello specifico, la Sezione ha rilevato che l'opera in questione, pur modificando la sagoma e l'aspetto esteriore dell'edificio, non determina la creazione di nuovi volumi o superfici utili, non trasformando l'organismo edilizio preesistente. La tettoia, infatti, si configura come un elemento accessorio e complementare al terrazzo, finalizzato a migliorarne la fruibilità, senza incidere sugli elementi strutturali, tipologici e formali dell'edificio. Pertanto, tale intervento rientra nella categoria del "risanamento conservativo" di cui all'art. 4 della legge regionale n. 19/2009, non essendo soggetto al regime del permesso di costruire. Di conseguenza, il Consiglio di Stato ha accolto l'appello, annullando sia l'ordinanza di demolizione emessa dal Comune, sia il provvedimento di diniego della sanatoria, con l'obbligo per l'amministrazione comunale di riesaminare l'istanza di sanatoria presentata dal privato, in conformità ai principi enunciati nella sentenza.