Cassazione penale Sez. I sentenza n. 10383 del 12 marzo 2024

ECLI:IT:CASS:2024:10383PEN

Massima

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Il reato associativo di stampo mafioso, per sua natura permanente, può essere oggetto di più condanne relative a diversi archi temporali, senza che ciò escluda necessariamente l'applicazione dell'istituto della continuazione. Tuttavia, il riconoscimento della continuazione, anche in sede di esecuzione, richiede una approfondita verifica della sussistenza di concreti indicatori, quali l'omogeneità delle violazioni e del bene protetto, la contiguità spazio-temporale, le singole causali, le modalità della condotta, la sistematicità e le abitudini programmate di vita, nonché la prova che, al momento della commissione del primo reato, i successivi fossero stati programmati almeno nelle loro linee essenziali. La mera reiterazione del reato associativo non è sufficiente a giustificare l'applicazione automatica della continuazione, essendo necessario che il condannato alleghi elementi specifici, sintomatici della riconducibilità anche dei reati successivi a una preventiva programmazione unitaria. Pertanto, il giudice dell'esecuzione, nel valutare l'istanza di riconoscimento della continuazione, deve tenere conto degli accertamenti definitivi compiuti nei precedenti giudizi di cognizione, senza poter rivalutare il contenuto di tali sentenze. In particolare, ove sia stata accertata, in una sentenza definitiva, la cesura dei rapporti del condannato con l'associazione mafiosa per un lungo periodo, nonché la profonda modifica della compagine associativa di cui egli è stato partecipe, tali elementi possono legittimamente ostare al riconoscimento della continuazione tra i reati associativi commessi in epoche diverse, in assenza di ulteriori elementi specifici idonei a dimostrare l'unicità del disegno criminoso.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta da:

Dott. DI NICOLA Vito - Presidente

Dott. MASI Paola - Relatore

Dott. FIORDALISI Domenico - Consigliere

Dott. MANCUSO ((omissis)) - Consigliere

Dott. CAPPUCCIO Daniele - Consigliere

ha pronunciato la seguente

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
Am.Fr. nato a C il Omissis
avverso l'ordinanza del 06/04/2023 della CORTE ASSISE APPELLO di CATANIA
udita la relazione svolta dal Consigliere PAOLA MASI;
lette le conclusioni del Pubblico Ministero, nella persona del Sostituto procuratore generale ((omissis)), che ha chiesto, con requisitoria scritta, il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con ordinanza emessa in data 06 aprile 2023 la Cortei di assise di appello di Catania, quale giudice dell'esecuzione, ha respinto l'istanza formulata da Am.Fr. di riconoscere il vincolo della continuazione …

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