Il diritto all'installazione di impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, ivi inclusi gli impianti agrivoltaici, non è assoluto e incondizionato, ma deve essere bilanciato con altri interessi pubblici e privati costituzionalmente rilevanti, quali la tutela del paesaggio, dell'ambiente e dell'attività agricola. Tuttavia, il quadro normativo eurounitario e nazionale, orientato in senso fortemente favorevole allo sviluppo delle energie rinnovabili, impone alle amministrazioni competenti di valutare con particolare attenzione le istanze per la realizzazione di impianti agrivoltaici, in quanto idonei a coniugare le esigenze della produzione di energia pulita con quelle della coltivazione agricola. In tale contesto, le amministrazioni non possono fondare il diniego su una mera astratta valutazione di incompatibilità con gli strumenti di pianificazione territoriale e paesaggistica, ma devono procedere a un'approfondita istruttoria, volta a verificare in concreto la compatibilità dell'intervento con le caratteristiche dell'area interessata e con gli obiettivi di tutela e valorizzazione del territorio, tenendo conto del mutato quadro normativo di riferimento e del favor espresso dal legislatore per tali tipologie di impianti. Il giudice amministrativo, nel sindacare la legittimità del diniego, deve pertanto verificare la correttezza e la completezza dell'istruttoria svolta dalle amministrazioni, nonché la congruità e la proporzionalità della motivazione, al fine di assicurare un corretto bilanciamento tra i diversi interessi in gioco.