Il mutamento di destinazione d'uso di un immobile, anche senza la realizzazione di opere edilizie, costituisce una trasformazione urbanisticamente rilevante che comporta il pagamento del contributo di costruzione nella misura corrispondente alla nuova destinazione d'uso, a prescindere dalla qualifica di imprenditore agricolo professionale del soggetto che presenta la segnalazione certificata di inizio attività (SCIA). Il contributo di costruzione è dovuto anche in caso di mutamento di destinazione d'uso intervenuto oltre dieci anni dall'ultimazione dei lavori, in quanto in tale ipotesi trova applicazione l'art. 16, comma 10, del D.P.R. n. 380/2001, che prevede la determinazione del contributo in relazione al costo degli interventi eseguiti. Pertanto, il contributo di costruzione, comprensivo della quota relativa al costo di costruzione, è dovuto anche in assenza di nuovi lavori edilizi, qualora il mutamento di destinazione d'uso comporti il passaggio tra categorie funzionali autonome sotto il profilo urbanistico, in quanto tale trasformazione, pur priva di opere, si rivela comunque produttiva di vantaggi economici connessi all'utilizzazione dell'immobile. L'esenzione prevista dall'art. 17, comma 3, lett. a), del D.P.R. n. 380/2001 per gli interventi realizzati da imprenditori agricoli a titolo professionale presuppone non solo la qualifica soggettiva, ma anche l'oggettiva strumentalità dell'opera alla conduzione del fondo, circostanza che deve essere specificamente allegata e provata dal privato.