Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 31566 del 17 luglio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:31566PEN

Massima

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Il delitto di maltrattamenti in famiglia è configurabile anche in presenza di condotte reciproche tra i coniugi, purché le offese e le umiliazioni inflitte dal reo siano di gravità e intensità superiori rispetto a quelle della persona offesa, dimostrando così la volontà del reo di mortificare e sottomettere la vittima. La reciprocità delle condotte, per escludere il reato, deve essere tale da rendere le offese equivalenti per gravità e frequenza, non essendo sufficiente la mera reazione della vittima alle condotte abusive del reo. Pertanto, la valutazione della Corte territoriale che ha dato rilievo alle protratte condotte vessatorie attribuite all'imputato, ritenendo ravvisabile il relativo coefficiente psicologico, non può ritenersi vulnerata dalla generica deduzione della reciprocità delle condotte, in assenza di una puntuale indicazione delle specifiche deduzioni difensive al riguardo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIDELBO Giorgio - Presidente

Dott. COSTANZO Angelo - Consigliere

Dott. RICCIARELLI Massimo - rel. Consigliere

Dott. AMOROSO Riccardo - Consigliere

Dott. VIGNA ((omissis)) - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 28/06/2018 della Corte di appello di Bologna;
visti gli atti, la sentenza impugnata e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. RICCIARELLI Massimo;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. BIRRITTERI Luigi, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;
udito il difensore, Avv. (OMISSIS), che si e' riportato al ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con senten…

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