Il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio che si appropria di denaro proveniente dalla gestione di fondi pubblici, anche attraverso la formazione di documentazione contabile falsa, commette il reato di peculato, il quale è configurabile anche quando parte delle somme sottratte siano state versate sul conto corrente personale dell'agente. La responsabilità penale dell'imputato non può essere esclusa in ragione di eventuali carenze professionali contabili, periodi di malattia o possibilità di accesso alla cassaforte da parte di altri colleghi, atteso che l'appropriazione indebita è accertata sulla base di convergenti elementi probatori, quali la mancata corrispondenza tra le somme incassate e quelle versate, la distruzione delle distinte di incasso e la formazione di documentazione contabile falsa. La condanna dell'imputato al risarcimento dei danni in favore della parte civile costituita è conseguenza necessaria dell'accertata responsabilità penale per il reato di peculato.