Cassazione penale Sez. II sentenza n. 55952 del 13 dicembre 2018

ECLI:IT:CASS:2018:55952PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così formulato: Il giudice di merito, nel valutare la prova ai fini dell'identificazione dell'imputato quale autore del reato, gode di ampia discrezionalità nella selezione e nella valutazione degli elementi probatori, purché il suo ragionamento sia logico e coerente, senza incorrere in vizi di motivazione. Pertanto, il giudice di legittimità non può riesaminare il merito della valutazione probatoria effettuata dai giudici di fatto, se non in presenza di palesi illogicità o irrazionalità. Inoltre, la prescrizione del reato rileva ai fini del computo del termine solo fino alla lettura del dispositivo della sentenza di condanna, e non anche al successivo deposito della motivazione, essendo in tale momento già formato il rapporto di impugnazione, la cui inammissibilità preclude la possibilità di rilevare e dichiarare le cause di non punibilità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CAMMINO Matilde - Presidente

Dott. DE SANTIS ((omissis)) - Consigliere

Dott. CIANFROCCA Pierluigi - Consigliere

Dott. PACILLI Giuseppi - rel. Consigliere

Dott. MONACO ((omissis)) - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 1179 della Corte d'Appello di L'Aquila del 20 luglio 2016;
Visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
Udita nella pubblica udienza del 10 settembre 2018 la relazione fatta dal Consigliere Dr. ((omissis));
Udito il Sostituto Procuratore Generale in persona di Dr. ((omissis)), che ha concluso chiedendo di dichiarare il ricorso inammissibile.
RITENUTO IN FATTO
Con sentenza del 20 luglio 2016 la Corte d'appello di…

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