Cassazione penale Sez. I sentenza n. 36013 del 4 ottobre 2011

ECLI:IT:CASS:2011:36013PEN

Massima

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La partecipazione attiva e consapevole di un soggetto alle dinamiche e gerarchie interne di un'associazione di tipo mafioso, come emerso da intercettazioni ambientali che ne rivelano il coinvolgimento diretto in riunioni, comunicazioni e attività del sodalizio, integra il reato di partecipazione ad associazione di tipo mafioso, a prescindere dalla formale adesione o dalla conoscenza della struttura verticistica dell'organizzazione, essendo sufficiente la prova della sua effettiva ingerenza nelle attività e decisioni del gruppo criminale. La gravità del quadro indiziario, desumibile anche dalla qualità e autorevolezza degli interlocutori coinvolti, giustifica l'applicazione della misura cautelare della custodia in carcere, in ragione delle esigenze cautelari di prevenzione e contrasto della pericolosità sociale del soggetto, anche in assenza di un numero minimo di affiliati per la configurazione di un autonomo "locale" dell'associazione mafiosa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SIOTTO Maria Cristina - Presidente

Dott. ROMBOLA' Marcello - rel. Consigliere

Dott. CASSANO Margherita - Consigliere

Dott. CARTA Adriana - Consigliere

Dott. LA POSTA Lucia - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) BO. SA. N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 978/2010 TRIB. LIBERTA' di REGGIO CALABRIA, del 23/09/2010;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. MARCELLO ROMBOLA';

sentite le conclusioni del P.G. Dott. MAZZOTTA Gabriele che ha chiesto dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso;

uditi i difensori avv. ARICO' Giovanni e PUTORITI Giuseppe che hanno chiesto l'accogliment…

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