Il mutamento di destinazione d'uso di immobili o loro parti, che non comporti interventi di trasformazione dell'aspetto esteriore, dei volumi e delle superfici, è realizzabile mediante denuncia di inizio attività, purché la nuova destinazione d'uso sia compatibile con le categorie consentite dalla strumentazione urbanistica per le singole zone territoriali omogenee. L'amministrazione comunale non può inibire l'esecuzione di tali lavori in assenza di una specifica e adeguata motivazione che dimostri il contrasto con la normativa vigente, in particolare con l'art. 2, comma 1, lett. f), della legge regionale n. 19/2001 e il relativo regolamento attuativo. Il principio di non contestazione opera qualora il Comune non contesti specificamente le deduzioni del ricorrente circa la compatibilità della nuova destinazione d'uso con la normativa urbanistica. L'annullamento del provvedimento inibitorio comporta la condanna del Comune al pagamento delle spese di giudizio e al rimborso del contributo unificato.