La mancata comparizione del querelante all'udienza dibattimentale non costituisce di per sé tacita remissione di querela, in quanto tale comportamento si esaurisce nell'ambito processuale e non manifesta in modo univoco la volontà di rinunciare all'istanza di punizione del querelato. L'efficacia estintiva della remissione di querela è subordinata a un comportamento extraprocessuale del querelante che sia incompatibile con la volontà di persistere nell'azione penale. Pertanto, il giudice non può attribuire valore di tacita remissione alla semplice assenza del querelante in udienza, neppure se previamente avvertito che tale condotta sarebbe stata interpretata come rinuncia alla querela, in quanto tale potere di valutazione extraprocessuale del comportamento non rientra tra le sue attribuzioni. L'unica eccezione è prevista dal D.Lgs. n. 274/2000, art. 28, comma 3, che equipara la mancata comparizione del querelante, regolarmente citato, a rinuncia al diritto di querela o a remissione della stessa, ma tale disposizione si applica esclusivamente ai procedimenti attivati con ricorso immediato della persona offesa al giudice.