La presentazione di una domanda di accertamento di conformità edilizia ex art. 13 della legge n. 47/1985 prima dell'impugnazione di un provvedimento sanzionatorio (come l'ordine di demolizione) rende inammissibile il ricorso giurisdizionale avverso tale provvedimento per carenza di interesse, in quanto il riesame dell'abusività dell'opera, finalizzato alla verifica della sua eventuale sanabilità, comporta la necessaria formazione di un nuovo provvedimento, esplicito od implicito, che vale a superare il precedente provvedimento sanzionatorio oggetto di impugnazione. Tuttavia, il provvedimento di acquisizione dell'opera abusiva e della relativa area di sedime, adottato sulla base di un ordine di demolizione precedentemente impartito, è illegittimo qualora, al momento della sua adozione, l'ordine di demolizione risulti cautelarmente sospeso e la domanda di sanatoria presentata dall'interessato non sia stata ancora definita. In tal caso, l'amministrazione è tenuta a reiterare ex novo il procedimento sanzionatorio a partire dall'ordine di demolizione, in quanto il precedente provvedimento risulta superato dal sopraggiungere del procedimento di sanatoria. Inoltre, qualora l'interessato abbia presentato una nuova istanza di definizione dell'illecito edilizio ai sensi del d.l. 269/2003, l'amministrazione comunale, prima di adottare ogni atto di natura sanzionatoria, dovrà previamente definire tale domanda di condono.