La massima giuridica che si può estrarre dalla sentenza è la seguente: L'attività estrattiva esercitata in assenza della necessaria autorizzazione regionale ai sensi dell'art. 4 della l.r. Campania n. 54/1985 configura una "cava abusiva", la cui dismissione è soggetta al mero obbligo di ricomposizione ambientale del sito, senza possibilità di delocalizzazione o di riconversione funzionale degli impianti esistenti, essendo tali facoltà riconosciute dalla legge regionale esclusivamente per le "cave autorizzate". Pertanto, l'accertata abusività della cava preclude in radice la progettata delocalizzazione dell'attività estrattiva e il proposto potenziamento dell'impianto di recupero di rifiuti speciali non pericolosi, in quanto tali iniziative risultano subordinate al possesso del previo titolo autorizzativo all'esercizio dell'attività estrattiva, non altrimenti surrogabile.