Tribunale Amministrativo Regionale Lazio - Roma sentenza n. 4874 del 2020

ECLI:IT:TARLAZ:2020:4874SENT

Massima

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Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso proposto da una società proprietaria di un immobile, ha stabilito che l'ordinanza di demolizione emessa dall'Amministrazione comunale è illegittima per i seguenti principi di diritto: 1. L'ordinanza di demolizione deve essere preceduta dalla rimozione degli effetti abilitativi conseguenti alla presentazione della denuncia di inizio attività (d.i.a.), in quanto l'ordinanza repressiva non può essere adottata senza aver previamente annullato gli atti abilitativi. 2. Il contraddittorio procedimentale deve essere rispettato, assegnando all'interessato un termine congruo per presentare memorie e documenti prima dell'adozione dell'ordinanza di demolizione. L'omissione di tale passaggio procedimentale determina l'illegittimità dell'atto. 3. La motivazione dell'ordinanza di demolizione deve essere chiara e puntuale nell'indicare le violazioni e gli abusi riscontrati, in modo da consentire all'interessato di comprendere le ragioni del provvedimento. 4. Nell'esercizio del potere di autotutela, l'Amministrazione deve valutare attentamente i presupposti di legge, le ragioni di interesse pubblico e le osservazioni del privato, motivando adeguatamente il provvedimento di rimozione degli effetti abilitativi. 5. L'intervento edilizio realizzato, qualificato come sostituzione edilizia mediante demolizione e ricostruzione, è consentito entro il limite del 35% della volumetria o superficie utile esistente. Eventuali incrementi superiori a tale percentuale, anche computando il recupero dei volumi accessori e pertinenziali, determinano la configurazione di un abuso edilizio. Pertanto, il Tribunale ha accolto il ricorso annullando l'ordinanza di demolizione, mentre ha respinto i motivi aggiunti avverso gli atti di rimozione degli effetti abilitativi, ritenendoli legittimi.

Sentenza completa

Pubblicato il 08/05/2020

N. 04874/2020 REG.PROV.COLL.

N. 01927/2019 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio

(Sezione Seconda Bis)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 1927 del 2019, integrato da motivi aggiunti, proposto da Avana spa, in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentata e difesa dall'avvocato ((omissis)), con domicilio digitale PEC dai Registri di Giustizia e domicilio eletto presso il suo studio in Roma, via Savoia, 72;

contro

Roma Capitale, in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentato e difeso dall'avvocato ((omissis)), con domicilio digitale PEC dai Registri di Giustizia e domicilio eletto presso l’Avvocatura comunale in Roma, via del Tempio di Giove, 21;

per l'annullamento,

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