Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 18236 del 19 aprile 2013

ECLI:IT:CASS:2013:18236PEN

Massima

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Il provvedimento cautelare personale, pur essendo finalizzato a fronteggiare esigenze cautelari, deve essere proporzionato e adeguato alla situazione concreta, in modo da limitare la libertà personale dell'indagato nella misura strettamente necessaria. Pertanto, il giudice è tenuto a verificare la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza e l'attualità delle esigenze cautelari, nonché a disporre la misura meno afflittiva idonea allo scopo. Qualora nel corso del procedimento venga meno l'interesse alla decisione sulla misura cautelare, in quanto l'indagato sia stato rimesso in libertà, il ricorso diviene inammissibile per sopravvenuta carenza di interesse, senza che ciò comporti alcuna pronuncia sulla gravità indiziaria o sull'applicazione della misura cautelare. In tali casi, l'inammissibilità del ricorso impedisce la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della sanzione alla cassa delle ammende.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ROTUNDO Vincenz - Presidente

Dott. CARCANO D. - rel. Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

Dott. CAPOZZI Angelo - Consigliere

Dott. PATERNO' RADDUSA Benedet - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 112/2012 TRIB. LIBERTA' di TRENTO, del 14/08/2012;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. DOMENICO CARCANO;

sentite le conclusioni del PG Dott. FRATICELLI Mario per l'inammissibilita' del ricorso per sopravvenuta carenza di interesse.

RITENUTO IN FATTO E IN DIRITTO

(OMISSIS) impugna l'ordinanza del giudice del riesame, censurando la ritenuta sussistenza dei gravi indiz…

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