Il rilascio di una concessione edilizia per la realizzazione di un garage privato che preveda l'utilizzo di un'area comune del condominio, senza il previo consenso di tutti i condomini, è illegittimo in quanto viola il diritto di comproprietà e il principio di cui all'art. 1102 c.c. sulla parità di godimento delle parti comuni. L'amministrazione comunale, in sede di esame della domanda edilizia, ha l'obbligo di verificare il rispetto dei limiti privatistici, qualora tali limiti siano effettivamente conosciuti o facilmente conoscibili, non potendo limitarsi ad un mero controllo formale della disponibilità del bene. Inoltre, la realizzazione di un manufatto parzialmente fuori terra, in violazione dei limiti di edificazione previsti dal piano di attuazione, è illegittima, non potendo essere considerato come interrato sulla base di una mera modifica della quota zero del terreno effettuata in sede di costruzione. Il principio di diritto che emerge dalla sentenza è che l'amministrazione comunale, in sede di rilascio di titoli edilizi, deve verificare non solo la legittimità urbanistica dell'intervento, ma anche il rispetto dei diritti di proprietà e di comproprietà dei soggetti interessati, non potendo limitarsi ad un mero controllo formale della disponibilità del bene.