Cassazione penale Sez. V sentenza n. 42578 del 22 ottobre 2015

ECLI:IT:CASS:2015:42578PEN

Massima

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Il reato di atti persecutori (art. 612-bis c.p.) è integrato quando il comportamento minaccioso o molesto di taluno, realizzato con condotte reiterate, sia tale da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura nella vittima, oppure da ingenerare in essa un fondato timore per la propria incolumità o di un prossimo congiunto o di persona alla medesima legata da relazione affettiva, ovvero da costringere la vittima stessa ad alterare le proprie abitudini di vita. La prova dell'evento del delitto, ossia della causazione nella persona offesa di un grave e perdurante stato d'ansia o di paura, deve essere ancorata ad elementi sintomatici di tale turbamento psicologico ricavabili: dalle dichiarazioni della stessa vittima; dai suoi comportamenti conseguenti alla condotta posta in essere dall'agente; e considerando anche la condotta del persecutore. Nel delitto di minaccia, l'atto intimidatorio è fine a se stesso e per la sussistenza del reato è sufficiente che l'agente ponga in essere la condotta minatoria in senso generico, trattandosi di reato formale con evento di pericolo, immanente nella stessa condotta. L'elemento soggettivo del delitto di minaccia consiste nella cosciente volontà di minacciare ad altri un ingiusto danno ed è diretto a provocare l'intimidazione del soggetto passivo, senza che sia necessario che in tale volontà sia compreso il proposito di tradurre in atto il male minacciato, essendo oggetto del delitto unicamente l'azione intimidatrice.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PALLA Stefano - Presidente

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. MICCOLI Grazia - Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - rel. Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza pronunciata dalla corte di appello di Catania in data 24.6.2014;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Dott. GUARDIANO Alfredo;
udito il Pubblico Ministero nella persona del sostituto procuratore generale Dott. CEDRANGOLO Oscar, che ha concluso per il rigetto del
ricorso.
FATTO E DIRITTO
1. Con sentenza pronunciata il 24.6.2014 la corte di appello di Catania, in parziale riforma de…

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