Cassazione penale Sez. I sentenza n. 24064 del 11 giugno 2009

ECLI:IT:CASS:2009:24064PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La retrodatazione della decorrenza dei termini di durata della custodia cautelare, ai sensi dell'art. 297, comma 3, c.p.p., non può operare quando le misure cautelari sono state adottate in procedimenti diversi, pendenti dinanzi a differenti autorità giudiziarie, anche in assenza di un rapporto di connessione qualificata tra i fatti oggetto delle distinte ordinanze, in quanto la regola della retrodatazione è applicabile soltanto nell'ipotesi in cui i procedimenti siano stati separati per una scelta del pubblico ministero, ma non quando abbiano avuto origine da diverse notizie di reato pervenute al pubblico ministero a distanza di tempo. Ciò in quanto la retrodatazione della decorrenza dei termini di durata della custodia cautelare presuppone che i procedimenti siano pendenti innanzi alla medesima autorità giudiziaria.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GIORDANO Umberto - Presidente

Dott. VECCHIO Massimo - Consigliere

Dott. CAVALLO Aldo - Consigliere

Dott. BONITO Francesco M.S - Consigliere

Dott. BARBARISI Maurizio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) CO. MA. SA. N. IL (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 14/10/2008 TRIB. LIBERTA' di REGGIO CALABRIA;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. CAVALLO ALDO;

sentite le conclusioni del P.G. Dr. D'((omissis)), il quale ha chiesto dichiararsi inammissibile il ricorso.

CONSIDERATO IN FATTO E IN DIRITTO

1. Co. Ma. Sa. - sottoposto alla misura cautelare della custodia in carcere disposta …

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