La minaccia costitutiva del delitto di estorsione, oltre a dover essere palese, esplicita e determinata, può manifestarsi anche in modo implicito, larvato, indiretto e indeterminato, purché sia idonea a incutere timore e coartare la volontà del soggetto passivo, in relazione alle circostanze concrete, alla personalità dell'agente, alle condizioni soggettive della vittima e all'ambiente in cui opera. L'aggravante di cui all'art. 7 del d.l. n. 152 del 1991 ricorre quando il reato è commesso avvalendosi del metodo mafioso, ossia della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva, anche in assenza di finalità di agevolare l'attività di un'associazione di tipo mafioso. La presunzione di pericolosità sociale di cui all'art. 275, comma 3, c.p.p. opera quando l'indagato sia raggiunto da gravi indizi di responsabilità per un delitto aggravato ai sensi dell'art. 7 del d.l. n. 152 del 1991, imponendo l'applicazione della misura cautelare di massimo rigore.