Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso avverso l'autorizzazione all'ampliamento della superficie di vendita di un esercizio commerciale, afferma che: 1. Ai fini della verifica delle potenzialità di ampliamento della licenza, occorre fare riferimento alla licenza oggettivamente considerata, cioè a quanto è stato già "autorizzato", e non al circoscritto utilizzo che il titolare ne abbia eventualmente fatto. 2. La deliberazione regionale n. 31/2012, dettata in attuazione della legge regionale sul commercio, contiene indirizzi e criteri di programmazione commerciale e urbanistica per l'insediamento delle attività, ma non incide sui diritti acquisiti in forza delle autorizzazioni commerciali già rilasciate dai comuni, se non per ampliarli. 3. L'esercizio commerciale in questione è catalogabile come media struttura di vendita e, in forza della citata deliberazione regionale, era consentito un ampliamento una tantum del 20% della superficie di vendita autorizzata, senza necessità di rispettare i requisiti qualitativi e urbanistici stabiliti dalla stessa deliberazione. 4. L'autorizzazione commerciale abilita il titolare a porre in vendita, nel locale in questione, tutti i prodotti relativi al settore merceologico non alimentare, in virtù della sopravvenuta normativa regionale di liberalizzazione. 5. Il comune non era tenuto ad inibire la prosecuzione dell'attività di cui alla SCIA edilizia presentata per realizzare modifiche distributive interne e adeguamento igienico-sanitario, in assenza di dimostrazione che il locale avesse una destinazione urbanistica diversa da quella commerciale.