Cassazione penale Sez. II sentenza n. 23018 del 15 giugno 2010

ECLI:IT:CASS:2010:23018PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che effettua spese personali addebitandole indebitamente all'amministrazione pubblica di cui è dipendente, commette il reato di truffa aggravata, essendo tenuto a rispettare i doveri di fedeltà, diligenza e probità nell'esercizio delle proprie funzioni. La valutazione della credibilità delle fonti testimoniali e documentali rientra nel potere discrezionale del giudice di merito, la cui motivazione non è sindacabile in sede di legittimità se logica e congruente, senza che possa integrare vizio di legittimità la mera prospettazione di una diversa valutazione delle risultanze processuali. Il giudice di legittimità è tenuto a verificare l'esistenza di un apparato argomentativo logico e coerente, senza poter riesaminare il merito della decisione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BARDOVAGNI Paolo - Presidente

Dott. GENTILE Domenico - Consigliere

Dott. BRONZINI Giuseppe - Consigliere

Dott. DAVIGO Piercamillo - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Avv.to COPPA Massimiliano nell'interesse di De. Si. Do. nato a (OMESSO);

avverso la sentenza della Corte di appello di Catanzaro del 24.11.2008;

Sentita la relazione della causa fatta, in Pubblica udienza, dal Consigliere Dott. Giuseppe Bronzini.

Udita la requisitoria del Sostituto Procuratore Generale, Dr. Carlo De Casola, il quale ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.

Osserva:

SVOLGIMENTO DEL P…

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