Il provvedimento di divieto di accesso ai luoghi di svolgimento di manifestazioni sportive (c.d. "daspo") deve essere adeguatamente motivato, con l'indicazione specifica delle condotte ascrivibili al destinatario che giustificano l'adozione della misura restrittiva, nonché della durata della stessa. La formula generica che estende il divieto ai "luoghi interessati alla sosta, al transito o al trasporto" dei tifosi è eccessivamente ampia e non proporzionata, in quanto può comportare una compressione sproporzionata della libertà personale del destinatario, impedendogli lo svolgimento della propria attività lavorativa e persino il soddisfacimento dei bisogni primari della vita. Pertanto, il provvedimento di "daspo" che non rispetti tali requisiti di adeguata motivazione e proporzionalità deve essere annullato dall'autorità giurisdizionale.