Cassazione penale Sez. II sentenza n. 19540 del 23 maggio 2012

ECLI:IT:CASS:2012:19540PEN

Massima

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La persona offesa dal reato non ha il diritto di proporre personalmente ricorso per cassazione, in quanto per la valida instaurazione del giudizio di legittimità si applica la regola dettata dall'articolo 613 del codice di procedura penale, secondo cui l'atto di impugnazione deve essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, da difensori iscritti nell'apposito albo. Tale principio, ribadito dalla giurisprudenza, si basa sulla constatazione che la deroga di cui alla prima parte dell'articolo 613 c.p.p., relativa alla facoltà concessa al solo imputato di sottoscrivere personalmente il ricorso, non si estende alla persona offesa in considerazione della natura eccezionale della disposizione. Pertanto, il ricorso per cassazione proposto personalmente dalla persona offesa è dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma equitativamente stabilita a favore della cassa delle ammende, in ragione dei motivi dedotti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CAMMINO Matilde - Presidente

Dott. GENTILE Domenico - Consigliere

Dott. DIOTALLEVI Giovanni - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

Dott. D'ARRIGO Cosimo - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato il (OMISSIS);

nei confronti di:

- (OMISSIS), nata il (OMISSIS);

- (OMISSIS);

- (OMISSIS);

- (OMISSIS);

avverso il decreto n. 26430/2009 R.G.i.p. emesso in data 13 aprile 2011 (dep. -28 aprile 2011) dal g.i.p. del Tribunale di Roma.

Sentita la relazione svolta in camera di consiglio dal consigliere dott. Cosimo D'Arrigo;

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