Il diniego del visto d'ingresso per lavoro stagionale è legittimo quando il richiedente non sia in grado di fornire indicazioni chiare e dettagliate in merito alla tipologia di attività lavorativa che dovrebbe svolgere in Italia, al datore di lavoro e alle condizioni del rapporto di impiego, in quanto tali lacune conoscitive sono indicative della probabile fittizietà del rapporto di lavoro e del rischio di immigrazione illegale. L'Amministrazione consolare, nell'esame delle domande di visto, è tenuta a verificare rigorosamente il possesso dei requisiti previsti dalla normativa, anche in considerazione degli obblighi internazionali assunti dall'Italia nell'ambito dello Spazio Schengen, e può legittimamente negare il visto anche in presenza di mere carenze formali nella documentazione, qualora le stesse siano sintomatiche dell'assenza dei presupposti sostanziali per il rilascio. La mancata comunicazione del preavviso di rigetto ex art. 10-bis della legge n. 241/1990 non determina l'illegittimità del provvedimento finale di diniego, in quanto tale violazione formale non incide sulla legittimità sostanziale del provvedimento, il cui contenuto non avrebbe potuto essere diverso in ragione delle risultanze istruttorie.