Il reato di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di più delitti contro il patrimonio, quali il furto di motocicli, la ricettazione e l'estorsione nei confronti dei proprietari dei mezzi sottratti, sussiste quando risulta provata l'esistenza di un programma criminoso indeterminato e durevole nel tempo, caratterizzato da una struttura organizzativa stabile e da un vincolo associativo permanente tra i partecipi, i quali agiscono con coscienza e volontà di far parte del sodalizio per il perseguimento dello scopo comune. La responsabilità penale dei singoli membri per i reati-fine può essere affermata sulla base della loro partecipazione all'associazione, senza che sia necessaria la prova della loro diretta e personale commissione di tali reati, purché essi siano ricompresi nell'ambito del programma criminoso perseguito dal gruppo. La graduazione della pena, anche in relazione alle circostanze aggravanti ed attenuanti, rientra nella discrezionalità del giudice di merito, il quale la esercita in aderenza ai principi di cui agli artt. 132 e 133 c.p., sicché la censura di eccessività della pena inflitta non è ammissibile in sede di legittimità.