Tribunale Amministrativo Regionale Toscana - Firenze sentenza n. 21 del 2018

ECLI:IT:TARTOS:2018:21SENT

Massima

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Il provvedimento di revoca dell'autorizzazione all'esercizio dell'attività di commercio all'ingrosso di oggetti preziosi, adottato dal Questore nei confronti di un'impresa individuale a seguito del deferimento del titolare all'autorità giudiziaria per reati di ricettazione e violazione degli obblighi di annotazione degli acquisti e dei relativi compratori, è legittimo in quanto il venir meno dei requisiti soggettivi necessari per l'esercizio di tale attività, accertato in sede penale, determina la sopravvenuta carenza dei presupposti per il mantenimento dell'autorizzazione amministrativa, la cui revoca costituisce un atto dovuto e vincolato per l'Amministrazione al fine di tutelare l'ordine e la sicurezza pubblica. L'esercizio di un'attività commerciale che presuppone il rilascio di una specifica autorizzazione amministrativa è subordinato al permanere dei requisiti soggettivi e oggettivi richiesti dalla legge, la cui verifica è rimessa all'Autorità di pubblica sicurezza, la quale è tenuta a revocare l'autorizzazione in caso di sopravvenuta carenza di tali requisiti, a prescindere dall'esito del procedimento penale, in quanto la tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica costituisce un interesse primario e preminente rispetto alla prosecuzione dell'attività economica. La revoca dell'autorizzazione, pertanto, non costituisce una sanzione accessoria di natura penale, ma un provvedimento amministrativo adottato nell'esercizio dei poteri di vigilanza e controllo attribuiti all'Autorità di pubblica sicurezza, finalizzato a prevenire e reprimere attività illecite che possano mettere a repentaglio l'ordine e la sicurezza pubblica. L'Amministrazione, in tali casi, non ha alcun margine di discrezionalità, essendo tenuta a revocare l'autorizzazione in presenza dei presupposti di legge, senza che ciò possa essere considerato una violazione del principio di proporzionalità o di ragionevolezza.

Sentenza completa

Pubblicato il 09/01/2018

N. 00021/2018 REG.PROV.COLL.

N. 01326/2014 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Toscana

(Sezione Seconda)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 1326 del 2014, proposto da:
Mario Pescatori, in qualità di titolare dell’omonima ditta individuale, rappresentato e difeso dall'avvocato Cristina Palermo, con domicilio eletto presso il suo studio in Firenze, viale Lavagnini n. 13;

contro

Questura di Firenze, Ministero dell'Interno, in persona dei legali rappresentanti p.t., rappresentati e difesi per legge dall'Avvocatura Distrettuale dello Stato di Firenze, domiciliata in Firenze, via degli Arazzieri 4;

per l'annullamento

del decreto prot. n. 01 cat. 14/E P.A.S. emesso dal Questore di Firenze in data 08.05.2014 con i…

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